Echi della pittura pugliese del Novecento
La prof.ssa Paola Nitti ha da poco pubblicato il volume “Echi della pittura pugliese del Novecento. La collezione d’Arte della Sede Regionale Rai di Bari”.
Non ho potuto quindi fare a meno di sfogliarlo, con la curiosità e il desiderio di ritrovare anche la mamma in quelle pagine, e così è stato.
Non solo perché è stata l’architetto della sede Rai, ma perché la prof.ssa Nitti, che ringrazio, ha ricordato un articolo del 1957 che coglieva alcune caratteristiche di Elena Guaccero, ma ha presentato anche un suo quadro, accompagnandolo con delle parole preziose.
Articolo di Danilo Stefanelli
Qualche giorno fa ci ha lasciato Onofrio Mangini. Architetto molto attivo negli anni ’50 e ’60, in un periodo che qualcuno ha definito “una lunga guerra” a causa delle profonde trasformazioni edilizie e urbane che hanno comportato anche la cancellazione di parte del tessuto storico, della sua identità; durante questa guerra però ci sono stati dei protagonisti “eroici” che non hanno abdicato al mero principio del massimo sfruttamento fondiario, in un periodo in cui la crescita vorticosa delle occasioni professionali lasciava poco tempo alla ricerca compositiva. Tra questi “eroi” troviamo Onofrio Mangini, insieme ad altri come Vittorio Chiaia, Massimo Napolitano, Vito Sangirardi, Alfonso Chiaia, Elena Guaccero ecc. Una generazioni di Architetti, Ingegneri e Costruttori che hanno saputo regalarci memorabili esempi di architettura, ancora oggi punti di riferimento per molti professionisti. Tra questi mi piace pensare ad un edificio in particolare che ho avuto il piacere di approfondire grazie alla mia amica Annamaria Rocca, figlia di Elena Guaccero, l’edificio della Rai di Bari…
Palazzo della Rai, Bari
Inaugurata nel 1959, la sede del Palazzo della Rai di Bari è un edificio di impianto razionalista caratterizzato da numerose e grandi vetrate, tanto che presto gli fu dato il soprannome di ‘palazzo delle cento finestre’.
“Criterio fondamentale è la perfetta aderenza dell’edificio alla sua funzione”, queste le parole della Guaccero in relazione al suo pensiero architettonico. Per ospitare una funzione così particolare come quella di una moderna stazione radio e televisiva, quindi, l’architetto scelse di ‘giocare’ con la luce, affidando a vetro e alluminio il ruolo di materiali protagonisti dell’edificio. Sul piano terreno, completamente vetrato, si innesta un blocco chiuso che ospita, tra gli altri ambienti, un auditorium per 500 persone. Come cita un articolo dell’epoca: “l’attico sarà riservato agli ampliamenti inevitabili”, conferma di una visione a lungo termine e proiettata verso il futuro della allora giovane architetto Elena Guaccero.
Scarica il pdf Palazzo della Rai 1959-2019
Bari, 1959/2019. La costruzione della Modernità.
Grande partecipazione il 12 marzo durante l’iniziativa organizzata dalla RAI e dall’Istituto Nazionale di Architettura in occasione del sessantesimo anniversario della realizzazione della sede Rai di Bari. L’occasione ha dato la possibilità di avviare una prima riflessione sulla figura dell’Architetto Elena Guaccero protagonista negli anni ’50 insieme ad altri Architetti come Chiaia, Napolitano, Mangini, ecc. e, più in generale, sull’importanza del riconoscimento e valorizzazione del patrimonio architettonico moderno. Sono intervenuti Carla Tedesco, Assessore all’Urbanistica del Comune di Bari, Gianni Di Giuseppe, Direttore della Rai Puglia, Luca Zevi Vicepresidente In/Arch Nazionale, Mauro La Notte, Presidente In/Arch Puglia, Beppe Fragasso, Presidente Ance Bari-Bat, Lorenzo Pietropaolo, Storico dell’Architettura del Politecnico di Bari e Anna-Maria Rocca, figlia di Elena Guaccero.
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