arte tridimensionale
Nel 1970 Elena Guaccero torna in Italia, con la famiglia, dopo un decennio passato all’estero. Un nuovo cambiamento, una nuova città, Venezia, e una nuova casa da dove ricominciare. Tutto questo corrisponde anche a una nuova fase della sua creatività. È a Venezia, infatti, che la Guaccero comincia a progettare e realizzare i suoi ‘Pupazzi’, nati dal felice connubio tra la fantasia più fertile e la razionalità del calcolo matematico.
“Venezia mi ha dato l’allegria” confesserà la Guaccero a Paolo Rizzi.
Il materiale scelto è il legno, che Elena lavora esclusivamente a mano servendosi di un semplice seghetto: il risultato sono creature antropomorfe, animaletti curiosi, forme geometriche e astratte. Dalle forme della Guaccero, è evidente la sua conoscenza e ammirazione per i lavori di Fortunato Depero e Bruno Munari e per la loro capacità di sperimentare, mantenendo intatto un tono espressivo ironico e leggero. Negli ultimi anni della sua attività, la ricerca astratta si accentua, e le creature animate diventano sculture più materiche, realizzate soprattutto con elementi di riciclo: rotoli di cartoncino, nastro adesivo di carta.